“Roundabout”, un brano iconico della band britannica progressive rock Yes, rimane una pietra miliare del genere, sfidando le convenzioni e catturando l’immaginazione degli ascoltatori per oltre mezzo secolo. Il suo viaggio sonoro intrigante è costruito su melodie entincenti che si intrecciano con ritmi hipnotici, creando un’esperienza musicale indimenticabile.
Dall’Inghilterra al Vertice del Rock Progressivo
Forse la chiave del successo di “Roundabout” risiede nella sua capacità di essere allo stesso tempo complesso e accessibile. La band Yes, formata a Londra nel 1968, era composta da musicisti straordinariamente talentuosi: Jon Anderson alla voce, Steve Howe alla chitarra, Chris Squire al basso, Rick Wakeman alle tastiere e Bill Bruford alla batteria. Ogni membro portava un’esperienza musicale unica, plasmando il suono distintivo di Yes.
Il gruppo si distingueva per le sue lunghe suite progressive, spesso intrise di influenze classiche e jazz, con cambi di tempo intricati, armonie complesse e testi filosofici. “Roundabout” però, pur mantenendo la firma Yes, si pone come un brano più diretto, adatto anche a orecchie meno avvezze al genere.
Analizzando il Caposaldo Sonoro: “Roundabout” Note per Nota
La canzone inizia con una dolce melodia acustica di chitarra, accompagnata da un basso pulsante, creando subito un’atmosfera rilassante. L’ingresso della voce di Jon Anderson è chiaro e cristallino, mentre canta i versi iniziali: “I’ve been waiting for a time to come/When I can see the lights again”. La melodia vocale si evolve gradualmente, crescendo in intensità fino a culminare in un ritornello potente e orecchiabile.
Ecco che entrano le tastiere di Rick Wakeman, con riff sintetici vibranti che aggiungono profondità e dinamismo al brano. Il ritmo si intensifica con l’ingresso della batteria di Bill Bruford, creando una base ritmica ipnotica che guida il brano verso una sezione strumentale più complessa.
Questa sezione è caratterizzata da un magistrale assolo di chitarra di Steve Howe, ricco di arpeggi e distorsioni melodiche, che si intreccia con le tastiere e il basso in un crescendo virtuosistico. La canzone torna poi al ritornello, ancora più potente grazie all’accumulo emotivo precedente.
L’Eredità “Roundabout”: Un Classico Intramontabile
“Roundabout” fu pubblicata nel 1971 come parte dell’album Fragile. Il singolo ottenne un successo immediato, raggiungendo la top 20 nella classifica Billboard negli Stati Uniti e diventando uno dei brani più popolari della band. La sua melodia orecchiabile e i suoi arrangiamenti complessi hanno ispirato generazioni di musicisti rock progressivo, contribuendo a stabilire lo stile Yes come un punto di riferimento nel genere.
Curiosità “Roundabout”:
- Il titolo originale del brano era “Roundabout Waltz” ma fu poi accorciato.
- La canzone è stata utilizzata in numerosi film e serie TV, tra cui Dazed and Confused, The Simpsons e Friends.
- Una versione dal vivo di “Roundabout” fu inclusa nella compilation Yes Album, che vinse il Grammy Award per la migliore performance rock strumentale nel 1972.
Una Melodia Senza Tempo:
“Roundabout” è un esempio perfetto di come la musica progressiva possa essere complessa e coinvolgente senza perdere mai di vista l’elemento fondamentale della melodia. Il brano rimane popolare anche oggi, grazie alla sua capacità di trasportarci in un mondo musicale ricco di emozioni e suggestioni. Ascoltandolo, ci si rende conto che “Roundabout” non è solo una canzone, ma un vero e proprio viaggio sonoro senza tempo.